Fondo Manoscritti

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Il Fondo manoscritti della Biblioteca Capitolare è formato dall’unione dei codici provenienti dal Capitolo di Aquileia, con quelli del Capitolo di Udine, il quale aveva già inglobato i codici della Prepositura di S. Odorico al Tagliamento, dipendente da Capitolo di Salisburgo. Tale unione fu attuata a seguito della soppressione del Patriarcato di Aquileia, che comportò la spartizione dei beni del soppresso Capitolo di Aquileia, e dunque anche dei manoscritti, tra Udine e Gorizia.
Grazie ad alcuni inventari del XIV e XV secolo, pubblicati da Vincenzo Joppi è possibile stabilire con certezza quali codici sono di provenienza aquileiese.
Il primo inventario, risalente al 1358 elencava 170 codici, di questi 11 sono tuttora conservati nel fondo manoscritti. Nell’inventario del 1408 i codici sono 150, di questi 6 sono identificabili tra quelli oggi presenti nel fondo.
Il primo inventario del Fondo manoscritti, che non distingue i codici in base alla provenienza, risale alla metà dell’Ottocento ed è forse opera di mons. Gianfrancesco Banchieri.
Nella prima metà del Novecento mons. Giuseppe Vale riordinò ed inventariò i codici.
Il catalogo più recente del fondo è contenuto nella tesi di laurea di Monia Piasientier: “Catalogo dei manoscritti dell’Archivio Capitolare di Udine”, discussa nell’Anno Accademico 1998-99 all’Università di Udine.
Nel fondo sono stati inseriti in epoca recente anche un formulario per notai senza indicazione di autore e le “Annotazioni fatte sopra gl’indirizzi de’ vari vescovi italiani per comando di Napoleone e sulle novità da esso fatte contro la Chiesa e sue sanzioni” di Giovanni Pietro Pellegrini vescovo di Paleopoli.
 
DESCRIZIONE

 

Il fondo consta di 106 volumi segnati da 1 a 99; il 64 è formato da 5 tomi, il 70, 70 II, 70 III, il 79, 79 II; l’86, 86 II; il 98, 98 II. Composito è il 50 (tre unità codicistiche del XV secolo).

      Si tratta di materiale, databile dal X al XIX secolo, di eterogenea natura: libraria (51 unità), documentaria in senso lato (55 unità),  8 codici datati (fino al secolo XV) recanti indicazione esplicita di anno e/o luogo di copia e/o nome di copista. In relazione al contenuto la percentuale maggiore è costituita dall’argomento liturgico (30).
     Due sono i codici del X secolo; uno dell’XI; due del XII, quattro del XIII. Quasi tutto il fondo è stato restaurato, perdendo  spesso le legature antiche, che si sono conservate solo in 5 manoscritti.
      In alcuni casi le coperte sono state rifatte ex novo e quelle originali sono state restaurate e conservate a parte. E’ il caso dei seguenti manoscritti:

Ms 70, “Rottolo della Veneranda capella di Sant’Andrea del Castello di Mels 1765, 1766, 1767, 1768, 1769, 1770, 1771, 1772”, Coperta in cartone.

Ms. 70 II, “Rottolo della Veneranda capella di Sant’Andrea del Castello di Mels 1773, 1774, 1775, 1776, 1777, 1778, 1779, 1780, 1781, 1782”. Coperta in cartone.

Ms. 70 III, “Rottolo della Capella di Mels 1785, 1786, 1787, 1788”. Coperta in Cartone.

Ms 75, “Statuta Capituli Aquileiensis n° 12”. Coperta in pergamena.

Ms 78, “1351. Nodaro Giacomo quondam Turra di Cividale chierico Aquileiense. Atti Capitolari del Capitolo d’Aquileia. Coperta in pergamena.

Ms 79, “Jacobi quondam Thure notarii Civitatensis habitantis Aquileiae”. Coperta in pergamena, contenente in origine un atto di donazione di cui sopravvivono solo poche righe.

Ms. 79 II, “Notae ser Jacobi Thure notarii Civitantensis habitantis in Aquileia”. Coperta in pergamena, contenente in origine un atto processuale del 1353, redatto dal notaio Tommaso fu Giovanni di Romeo di Padova, abitante a Treviso.

Ms 80, “Quaternus abreviaturarum seu notarum mei Jacobi de Civitate Austria de anno Nativitatis Domini millesimo CCCLIIII, indictione septima”. Coperta in pergamena, contenente in origine un atto processuale concernente Bartolomeo di Vallesella”

Ms 81, “Quaternus protocollorum Matthaei notarii de Pulcenico. Ab anno 1424 usque ad annum 1428. N° VIII, AAAA”. Coperta in pergamena. Sul retro: contratto d’affitto tra Antonio fu Pellegrino di Martignacco e Giovanni Codul fu Michele Zanni di Martignacco, datato 29 gennaio 1413. Notaio: Giovanni fu Giacomo di Udine.

Ms 82, “1495 1496 Quaternus notarum et instrumentorum mei Bartholomei Mastini, notarii Utinensis…”. Coperta in pergamena. Sul retro: atto con cui Bartolomeo di Silavango, canonico di Aquileia e Udine, nomina suo procuratore pre Giacomo, pievano di Lavariano. 5 novembre 1397. Notaio: Almerico fu Giacomo di Muggia.

Ms 86, “Mei Petri Bodegani notarii imperialis et cancellarii Reverendi Capituli Aquileiensis ab anno 1485 usque ad 1487 inclusive. N° IX AAAA”. Coperta in pergamena. Sul retro: atti processuali tra la Comunità di San Vito al Tagliamento e l’ostessa Giacoma. 24 dicembre 1481.

Ms. 86 II, “Mei Petri Bodegani notarii imperialis et cancellarii Reverendi Capituli Aquileiensis ab anno 1487 usque ad annum 1489. N° X AAAA”. Coperta in pergamena, contenente in origine un atto processuale

A titolo informativo, si segnala che presso la Biblioteca del Seminario Teologico Centrale di Gorizia sono conservati 21 codici facenti parte fino al 1752 della Biblioteca dell’Archivio metropolitano di Aquileia.

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